lunedì 20 aprile 2009

Continuerò a Leggerlo


Anche se non c'è più, anche se non scriverà più dei giochi da bambini e delle carrozzerie sfregiate dei miei istinti. E ho ancora tutti i racconti da finire.
Aveva un punto di vista, e questo non è mai stato poco.

"Credo nel potere che ha l’immaginazione di plasmare il mondo, di liberare la verità dentro di noi, di cacciare la notte, di trascendere la morte, di incantare le autostrade, di propiziarci gli uccelli, di assicurarsi la fiducia dei folli.

Credo nelle mie ossessioni, nella bellezza degli scontri d’auto, nella pace delle foreste sommerse, negli orgasmi delle spiagge deserte, nell’eleganza dei cimiteri di automobili, nel mistero dei parcheggi multipiano, nella poesia degli hotel abbandonati.

Credo nelle rampe in disuso di Wake Island, che puntano verso il Pacifico della nostra immaginazione.

Credo nel fascino misterioso di Margaret Thatcher, nella curva delle sue narici e nella lucentezza del suo labbro inferiore; nella malinconia dei coscritti argentini feriti; nei sorrisi tormentati del personale delle stazioni di rifornimento; nel mio sogno che Margaret Thatcher sia accarezzata da un giovane soldato argentino in un motel dimenticato, sorvegliato da un benzinaio tubercolotico.

Credo nella bellezza di tutte le donne, nella perfidia della loro immaginazione che mi sfiora il cuore; nell’unione dei loro corpi disillusi con le illusorie sbarre cromate dei banconi dei supermarket; nella loro calda tolleranza per le mie perversioni.

Credo nella morte del domani, nell’esaurirsi del tempo, nella nostra ricerca di un tempo nuovo, nei sorrisi di cameriere di autostrada e negli occhi stanchi dei controllori di volo in aeroporti fuori stagione.

Credo negli organi genitali degli uomini e delle donne importanti, nelle posture di Ronald Reagan, di Margaret Thatcher e della principessa Diana, negli odori dolciastri emessi dalle loro labbra mentre fissano le telecamere di tutto il mondo.

Credo nella pazzia, nella verità dell’inesplicabile, nel buon senso delle pietre, nella follia dei fiori, nel morbo conservato per la razza umana dagli astronauti di Apollo.

Credo nel nulla.

Credo in Max Ernst, Delvaux, Dalì, Tiziano, Goya, Leonardo, Vermeer, De Chirico, Magritte, Redon, Dürer, Tanguy, Facteur Cheval, torri di Watts, Böcklin, Francis Bacon, e in tutti gli artisti invisibili rinchiusi nei manicomi del pianeta.

Credo nell’impossibilità dell’esistenza, nell’umorismo delle montagne, nell’assurdità dell’elettromagnetismo, nella farsa della geometria, nella crudeltà dell’aritmetica, negli intenti omicidi della logica.

Credo nelle donne adolescenti, nel potere di corruzione della postura delle loro gambe, nella purezza dei loro corpi scompigliati, nelle tracce delle loro pudenda lasciate nei bagni di motel malandati.

Credo nei voli, nell’eleganza dell’ala e nella bellezza di ogni cosa che abbia mai volato, nella pietra lanciata da un bambino che porta via con sé la saggezza di statisti e ostetriche.

Credo nella gentilezza del bisturi, nella geometria senza limiti dello schermo cinematografico, nell’universo nascosto nei supermarket, nella solitudine del sole, nella loquacità dei pianeti, nella nostra ripetitività, nell’inesistenza dell’universo e nella noia dell’atomo.

Credo nella luce emessa dai televisori nelle vetrine dei grandi magazzini, nell’intuito messianico delle griglie del radiatore delle automobili esposte, nell’eleganza delle macchie d’olio sulle gondole dei 747 parcheggiati sulle piste catramate dell’aeroporto.

Credo nella non esistenza del passato, nella morte del futuro, e nelle infinite possibilità del presente.

Credo nello sconvolgimento dei sensi: in Rimbaud, William Burroughs, Huysmans, Genet, Celine, Swift, Defoe, Carroll, Coleridge, Kafka.

Credo nei progettisti delle piramidi, dell’Empire State Building, del Fürerbunker di Berlino, delle rampe di lancio di Wake Island.

Credo negli odori corporei della principessa Diana.

Credo nei prossimi cinque minuti.

Credo nella storia dei miei piedi.

Credo nell’emicrania, nella noia dei pomeriggi, nella paura dei calendari, nella perfidia degli orologi.

Credo nell’ansia, nella psicosi, nella disperazione.

Credo nelle perversioni, nelle infatuazioni per alberi, principesse, primi ministri, stazioni di rifornimento in disuso (più belle del Taj Mahal), nuvole e uccelli.

Credo nella morte delle emozioni e nel trionfo dell’immaginazione.

Credo in Tokyo, Benidorm, La Grande Motte, Wake Island, Eniwetok, Dealey Plaza.

Credo nell’alcolismo, nelle malattie veneree, nella febbre e nell’esaurimento.

Credo nel dolore.

Credo nella disperazione.

Credo in tutti i bambini.

Credo nelle mappe, nei diagrammi, nei codici, negli scacchi, nei puzzle, negli orari aerei, nelle segnalazioni d’aeroporto.

Credo a tutti i pretesti.

Credo a tutte le ragioni.

Credo a tutte le allucinazioni.

Credo a tutta la rabbia.

Credo a tutte le mitologie, ricordi, bugie, fantasie, evasioni.

Credo nel mistero e nella malinconia di una mano, nella gentilezza degli alberi, nella saggezza della luce."

JAMES GRAHAM BALLARD

giovedì 16 aprile 2009

Questa è l'Italia, Signora


faceme.
Originally uploaded by anna*morosini

Questa è la risposta data dal sindaco de L'Aquila a una giornalista che chiedeva perché un ospedale che aveva l'agibilità al 70% e quindi non poteva stare aperto era invece aperto.
Ora.
Abbiamo paura di perdere quello che abbiamo e come dice mio padre non abbiamo né la voglia né la forza di dire niente. Ci sta. Stiamo seduti nei nostri salotti o nelle nostre cucine a guardare la tv, ricevendo il cibo premasticato, predigerito, preferito. E ci sta bene. "Prodi era un maiale perché rubava, come tutti gli altri, Berlusconi almeno fa le cose. Voi cosa fate?" Questo mi sono sentito dire più volte di quante ne riesca anche solo a ricordare.
No.
Cioé. Viviamo in un paese che forse non ha mai avuto un governo degno di questo nome, ma questo non significa che non si possa fare. Perché se uno stronzo non avesse rotto i coglioni a tutti con le sue macchine volanti ora non voleremmo nemmeno.
Quindi.
Avere un governo decente anche in Italia non è impossibile. Mi chiedo se sia possibile avere un popolo decente. Questo è il problema. E per decente intendo questo:

So che ci sono e ci saranno sempre i ladri, gli assassini, gli stupratori e chi più ne ha più ne metta, ma sappiamo tutti che sono il male. Lo leggiamo nei libri sin dall'asilo.
Fin qui ci siamo.
Il problema è che grazie al potere mediatico di questo presidente del consiglio e dei burattini che lo sostengono da dietro - e per dietro intendo dietro - be' siamo arrivati al punto che imbrogliare, fare i furbi e i prepotenti è una cosa da geni, da eroi, che evadere le tasse e fottere il prossimo è cosa sacra, buona e giusta. Questo come lo cambiamo?
Come facciamo a capire che se ti picchi con uno per un parcheggio già non è normale, ma se tu tiri fuori il coltello e lo pugnali con l'evidente intenzione di ucciderlo e poi lo uccidi e il tuo avvocato difensore (che è pagato per fare 'sto lavoro quindi deve portare a casa la pagnotta) dice che però sei stato aggredito e in fondo il parcheggio lo avevi trovato tu per primo, be' se succede una cosa del genere - non so immagino eh - a questo punto qualcuno dovrebbe urlare: ma sei scemo?
Invece niente.
Invece se fai delle vignette per far riflettere la gente sul fatto che siamo tutti cari e buoni dopo le tragedie, ma prima siamo tutti lì a contare i soldi del nostro tornaconto vendendo anima corpo e virtù di ogni orifizio, allora se fai vignette così devi essere cacciato perché non puoi attaccare le istituzioni in un momento tragico. Ah sì?
A me sembrava che era un buon momento per far capire che ste cose vanno prevenute, che è sempre meglio che curare. La peste nera l'hanno debellata con i vaccini o no? Non la stanno curando, l'hanno proprio prevenuta.

Ragazze, gente che tanto siete solo 25 che mi leggete se va bene, possiamo costruire una coscienza sociale per cui quelli che vanno al mare in Abruzzo e si spacciano per terremotati per stare negli alberghi aggratis vengano impalati sulla pubblica via o quanto meno dileggiati talmente tanto e con tale accanimento che non ce ne siano più?
Perché credo che un serial killer provi più amore per la vita umana di quella gente.

Questo paese ha bisogno di una coscienza collettiva. Siamo esseri umani, porca puttana.

sabato 4 aprile 2009

lalalalala


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Originally uploaded by sonia de spa
Quarto piano.
Vincenzo la prima volta che l'ho visto parlava dell'inizio di Una Pallottola Spuntata come se stesse parlando dell'inizio di Persona di Ingmar Bergman.
Così quando è diventato professore andai lì e gli chiesi se potevo laurearmi con lui. Accettò.
Della mia tesi non ha mai detto molto, gli piaceva come scrivevo e quello che dicevo, ma mi avvertiva che non stavo facendo una cosa accademica. E quando mi dicono che sto uscendo dalla righe io allora accelero, mi gaso un casino, cerco di sfondare pure il guardrail se mi riesce. Di solito mi faccio male.
Quella volta litigai con la correlatrice. In sede di discussione. E mi tolse la lode. Che non me ne frega niente ora, ma allora ci tenevo come il primo della classe che mi aspetto sempre di essere. Vincenzo era contento lo stesso. Spero. Abbiamo raccontato la storia di una Dea e del suo Creatore e non è poco.

Terzo piano.
Vincenzo mentre era assistente stava con una assistente della stessa materia, che a noi piaceva un sacco. A me soprattutto. Barbie. E le ha dedicato uno dei suoi libri. Lei aveva i capelli rossi e mi ha insegnato il postmoderno come lui mi ha insegnato il moderno. Me li ricordo che se ne vanno per i corridoi di S. Agnese mano nella mano, alla fine delle lezioni, custodi e rampe dei miei sogni.
Scendono le scale. E lui le dedica un libro.

Secondo piano.
Vincenzo me lo vedo così se chiudo gli occhi. Che parla con fare calmo. Che litiga con il boss dei boss fuori dall'aula per chissà quale motivo. Che a 33 anni aveva già una cattedra.
Il suo libro mi ha insegnato un sacco di più di quanto mi aspettassi: ha chiuso il cerchio.

Primo piano.
Vincenzo il quattro marzo ha accettato la mia richiesta di amicizia su Facebook. Gli ho scritto che volevo vederlo per raccontargli cosa avevo fatto. Magari ne sarebbe stato contento. In fondo è anche merito suo se non ho ancora imparato a evitare i guardrail. Di questi tempi è l'unica cosa che mi tiene in vita in un mondo di morti.

Piano terra.
Vincenzo non ha risposto al mio messaggio. Più tardi, leggendo i commenti sulla sua bacheca capisco che qualcosa non va. E scopro che Vincenzo è morto il 13 marzo. Non si sa come. È caduto all'indietro dal quarto piano di casa sua alle cinque del mattino. E io non so come si cade all'indietro alle cinque del mattino dal balcone di casa tua. Posso immaginarmelo ma è un'immagine da cinema, non è reale.

Il film finisce con una ragazza sulla spiaggia. Ha una sigaretta in mano. Il protagonista la guarda come si guarda tutto quello che si muove così in fretta che quando provi ad allungare la mano non c'è già più.
Ha la voce delle monete cambiate d'estate al baretto all'angolo, quelle che usi per giocare al calcetto mentre i grandi vanno a baciarsi con le ragazze sulle sdraio dei bagni. I suoi piedi nudi lasciano tracce leggere nella sabbia, tracce da infilarci le mani dentro per avere l'illusione di toccarli. Si volta e lo guarda il nostro protagonista che è arrivato fino a qui senza più niente tranne quella maledetta valigia piena di foto. "Domani" dice sorridendo. E come un'idiota anche lui si mette a sorridere. Anzi ride. La valigia si apre e le foto cadono sull'acqua.
Wild World parte in sottofondo. Titoli di coda.

Il pubblico in sala, timidamente ma inesorabilmente, applaude. Un gran bel film.

Prof, mi sa che punto verso un altro guardrail.