venerdì 27 febbraio 2009

Mosci e Viscidi


Lawyers, Guns and...
Originally uploaded by tread
– Pronto?
– Ehi, come va?
– Ciao Ale, senti, sono un po' presa ora come ora possiamo sentirci dopo?
–...
– Era urgente?
–...
– Ale che succede?
– Perché non hai accettato di partecipare all'evento del mio libro, vuol dire che non lo compri? Sei anche fra i ringraziamenti.
– Quale evento, Ale?
– Quello che ti ho mandato su Facebook, per l'uscita del mio libro. Cioè un sacco di gente ha detto che non parteciperà e io non capisco, sono incazzati con me o cosa? È perché l'anno scorso non sono venuto con te al concerto di Robbie Williams, vero? Però, scusa, è il mio primo libro e insomma...
– Ale
– Sì?
– Io agli inviti rispondo no senza nemmeno guardare cosa sono. E mi sa che fanno così tutti quanti.
– Ah
– Se me lo rimandi accetto.
– Non posso rimandartelo, devi andare tu sulla pagina e cambiare dicendo che parteciperai.
– Mandami il link.
– Mandato. Lo fai subito?
– Magari dopo, ok?
– Ma lo fai, vero?
– Certo. Oh aspetta. È dal 24 al 28 febbraio. Non posso.
– Come non puoi, non è mica una cosa cui devi andare, è fino al 28 ma è solo per pubblicizzare il libro...
– Eh, ma sai, c'ho il concerto di Robbie Williams.

Ale Q è regredito allo stadio di un neonato. I pannolini gli irritano la pelle e il borotalco lo fa starnutire. Ma i pisolini sono fantastici.
Tra un formaggino e l'altro si devasta l'ego leggendo uno dei blog meglio scritti della rete. Duchesne. Cazzo che dialoghi.

mercoledì 25 febbraio 2009

IN LIBRERIA!

Ok, c'è.
In libreria, magari non in tutte, ma è uscito. Ora che verrà letto mi vengono in mente un milione di cose che non piaceranno e almeno un milione che vorrei invece piacessero.

Essere qui e non lì è decisamente strano, ma torno fra una settimana e poi ci sono persone (come Cri A. che mi ha fatto questa foto qui o Ale M. che mi ha mandato il primo sms stanotte) che mi stanno facendo sentire come se fossi davanti al bancone delle novità stamattina.

God Bless You my friends

lunedì 23 febbraio 2009

Superficie

Vai al grocery store, per prendere un paio di cose da cucinare, niente di che, per un pranzo e qualche colazione.
La prima cosa che ti manda a male dei supermercati americani è che se devi prendere i cereali per la mattina ti viene l'esaurimento nervoso a scegliere fra settantamila tipi di schifezze coloratissime e altrettanti tipi di natural things super salutiste con confezioni candide e lucenti.
Hanno banconi con tutto quello che si può desiderare, che è sempre troppo. Di cioccolato, per esempio, ce ne sono due di banconi, non scherzo, e puoi perderci un'ora buona a trovare una barretta di cioccolato fondente normale. Col latte per esempio ho lasciato perdere. Non si può, non capisco qual'è quello normale. Chiedo al mio amico Craig e lui risponde con una domanda: "normal? what do you mean?"

Ma non è questo quello di cui volevo parlare. Andiamo al bancone del pesce. C'è uno grosso come una cassapanca austriaca con tatuaggi dappertutto che ci sorride e chiede "come va?". Qui tutti chiedono come va. E non è che lo chiedono così tanto per, si aspettano che tu non solo risponda, ma chieda anche come va a loro. A lui va bene e anche a noi direi, molto. Chiediamo un pezzo di salmone. Ci sceglie lui quello più giusto per due. Ce lo pesa, sorride, ce lo incarta e consegna. Salutiamo e ringraziamo. Fin qui tutto normale. Più o meno. Perché prima di chiedere eravamo incerti così Craig ha detto a un tipo in coda, faccia pure, e il tipo in coda risponde, ehi amico guarda con calma, poi faccio io, nessun problema.
La prima cosa che pensi è che si drogano.
Passiamo alla frutta. E qui io non ho retto. Craig chiede al commesso, che avrà avuto sì e no 30 anni nero alto e ben messo, gli chiede (dopo aver chiesto come va anche a lui ovvio) quali sono le arance più buone. Il tipo sorride e comincia a spiegare che quelle al bancone A sono appena arrivate e sono succosissime, ma sono un po' forti, mentre quelle al bancone B sono più dure, ma molto più dolci. Chiede quali preferiamo in genere, se vogliamo mangiarle o farci il succo, insomma alla fine ci consiglia quali prendere, sorride e ci saluta.
Ora. Questo non era un negozietto di provincia, ok? Questo è un supermercato bello grosso, non dico enorme ma abbastanza perché in Europa i commessi siano incazzati neri dalla mattina alla sera e se gli chiedi come sono le arance è facile che te le tirano dietro. Però. Io non sto dicendo che questo sia il paese ideale, che non ci sia una fila lunga mezzo chilometro di barboni alla missione a trenta metri da qui, che le donne siano sottopagate e sfruttate, che hanno una violenza minorile che non abbiamo nemmeno un'idea. Questo è quello che ho visto, che vedo ogni giorno e quello che vedo ogni giorno è che quando possono sorridono, sono gentili e si aspettano gentilezza in cambio. E magari hai avuto una giornata di merda e non vuoi sorridere, ma magari i tuoi di problemi sono niente in confronto a quelli in coda qua dietro e se sorridi e ti sorridono stai sicuro che ti migliora la giornata. E pensi che vivere non è poi così male. Che tu faccia la star del fumetto internazionale o il commesso al grocery store di Portland, Oregon.

Detto questo loro qui si aspettano grandi cose da Obama, non ne hanno ancora viste molte, ma sperano. E di noi non sanno nulla eccetto che chi ha chiamato abbronzato il loro presidente ha fatto solo la figura dell'idiota e che chi è palesemente colpevole di corruzione perché il suo corrotto viene condannato (ehi, sarà mica lo stesso?), be' qui non ha vita facile.

È solo superficie, sapete, ma penso all'acqua e non posso fare a meno di chiedermi quanto sia importante una superficie per dare forma all'acqua.

domani sera grande partita a poker fra true american men, con birra e pizza
se sopravvivo vi racconto

mercoledì 18 febbraio 2009

Centimetri


PHOTO & CO
Originally uploaded by photo&co


"Non sono i popoli a dover aver paura dei propri governi, ma i governi che devono aver paura dei propri popoli"

Leggete
e guardate
e guardate

vado a vedere come si sta abbronzati,
a scrivere di infami e bambini
poi torno

al 7 marzo...

martedì 17 febbraio 2009

Il Pranzo è Servito


Ieri ero a pranzo con alcuni colleghi.
Si parla di persone di una certa cultura, provenienti da mondi diversi, da esperienze diverse, persino da regioni diverse.
Maschi e femmine. Appassionati di X Factor in attesa del Festival di san remo, che leggono più di due libri l'anno e pagano le tasse.
Ora, parlando con queste persone è venuto fuori uno dei tanti argomenti di moda negli ultimi tempi (c'è l'imbarazzo della scelta). Le intercettazioni.

Non ricordo il giorno ma qualche settimana fa ho visto un servizio al telegiornale di raidue in cui si parlava di questo spinoso e importantissimo problema. Con tanto di animazioni create ad hoc in 3D (vorrei che si riflettesse su questa cosa considerando quanto tempo si è speso per realizzare sì e no 30 secondi di animato per un servizio) in montaggio alternato alle immagini più d'impatto del film "Nemico Pubblico" con Will Smith, veniva spiegato il seguente concetto leggermente persecutorio con un tono poco poco allarmista:
ATTENZIONE! TU, CITTADINO, LO SAPEVI CHE SE STAI PARLANDO AL CELLULARE CON UN TUO AMICO E QUESTO TUO AMICO È INTERCETTATO ANCHE TU CORRI IL RISCHIO DI ESSERE INTERCETTATO? È TERRIBILE! NON HAI PAURA?
Mio padre abbassa la forchetta, stava mangiando un piatto di pasta e fagioli (siamo famiglia nazional popolare che vede la TV a pranzo e cena, lo confesso), e mi guarda con fare stranito. Dovete sapere che mio padre non è uno di quelli che fa casino. Alle cene con amici non parla mai, in pubblico si esprime a monosillabi e pure in famiglia non è che sia questo interlocutore. Quando ero piccolo ricordo che era capace di stare zitto per un mese intero, giorno più giorno meno. E non sto dicendo stare zitto così tanto per, lui stava proprio ZITTO. Non parlava. Nemmeno un ciao. Zero. Oggi è migliorato, un pochino, e diciamo che parla come uno che parla poco. Ma niente parolacce. Gliene avrò sentite dire sì e no una decina in 30 anni e tutte negli ultimi mesi. Be', insomma, l'altro giorno dopo quel servizio che spiegava la necessità (tg2, ripeto) di una legge che regoli il selvaggio mondo delle intercettazioni, lui lascia la sua forchetta carica di pasta e fagioli e dice: MA CHE CAZZO STANNO DICENDO?
Riassumo. Se io sono al telefono con un mio amico intercettato intercettano anche me che non c'entro niente. Ok. Il mio amico se lo intercettano un motivo ci sarà, ma lasciamo perdere. Facciamo che anche lui è vittima di una trappola, uno sbaglio, una persecuzione. Mi sorge spontanea una domanda che è la stessa che ha risvegliato mio padre dal suo torpore. Ma a me, Alessandro Q Ferrari, ma che cazzo me ne frega?
Voglio dire, intercettatemi! Volete ascoltarvi le mie telefonate? E dopo che le avete ascoltate? Volete mappare la mia posizione, sapere sempre dove sono in qualsiasi momento? Sinceramente, chissenefrega.
Anche perché credo, ma potrei sbagliarmi, che non siano le persone come me o l'account new business di Tortona che guarda il Grande Fratello e vota Mastella le persone che genericamente vengono intercettate. Ho più il sospetto che si tratti di sospetti criminali, mafiosi et smilia e soprattutto, in larga parte, politici. Io non sono un politico, non ho niente da nascondere. Quindi. Fate pure. E piantiamola con le scuse.

Spiego questo mio punto di vista in modo accorato ai commensali (ricordate, sono a pranzo con colleghi), e tutti mi dicono: in effetti a noi, ma che ce ne frega?
Quindi. Il servizio del tg2 era chiaramente volto a creare panico, non riesco a vederla in un altro modo. E se crei panico, è con uno scopo: vuoi spingere la gente ad avere paura e, come dice Alan Moore, a mettersi nelle mani del più forte in campo. Così sei sicuro che nessuno ti farà male e tu sarai felice e contento e senza paura.
Ci rendiamo conto che stiamo affidando la nostra sorte, i nostri valori, il nostro crederci al bullo di quartiere così siamo al sicuro? Rischiando che questo poi picchi noi se ci azzardiamo a dirgli qualcosa?

Non so. Non mi piace.

Le tre scimmie


Le tre scimmie sagge
Originally uploaded by auggie tolosa
Ovvero non vedo non sento non parlo e se mi metto una mano sul culo magari a farne le spese è il mio vicino di fila, quello con gli occhiali.

In questo articolo di un giornalista americano, Alexander Stille, si commenta la situazione del nostro paese, più o meno correttamente da quando abbiamo Silvio Berlusconi al governo. Ok è un riassunto parziale che non tiene conto di mille fattori e interpreta invece di informare, non fornice dati né fonti e lui è tedesco e bla bla bla
Dopo la lettura mi è venuto un pensiero. Ma gli Italiani, e sì uso la maiuscola io, cosa pensano quando sono Italiani? Cioé come si sentono quando si gaurdano allo specchio e sono nella fase "sono un essere umano di questo paese"?

giovedì 12 febbraio 2009

Domani Smetto

"Se dopo aver fatto l’amore non fumi più una sigaretta, ma apri il tuo profilo e cambi lo status, allora Facebook non ha assorbito la tua vita: Facebook è la tua vita!"

Ci siamo (quasi).

Ore e ore spese a commentare, pokare, postare e taggare foto dove mia madre vorrei non mi riconoscesse mai.
Ore sprecate intensamente a pensare a uno status decente da mettere, a diventare fan di tutti i cartoni animati giapponesi degli anni '80 più Evangelion e ad accettare amicizie di gente conosciuta la notte prima (ma forse no). Ore passate a iscrivermi a gruppi contro ovo e a favore dello schiaffo durante la pecorina, a rapinare banche e pestare famiglie avversarie in Guerra di Bande e a chattare con chiunque ma preferibilmente con quelle che hanno la foto del profilo in bikini, be' tutto questo tempo e tutta questa fatica hanno dato i loro frutti, finalmente.

Stasera alle 18:00 ora italiana è stato mandato in tipografia il mio primo libro. Uscirà a fine mese.
Sono francamente terrorizzato.

E che gli avvocati di Zuckerberg me la mandino buona.



(questa è la copertina, molto fumetto vertigo anni '80 e in fondo è perfetta così perché è bianca con le scritte rosse e lo è anche il mio blog e lo era anche la mia tesi)

martedì 10 febbraio 2009

Così


Magari poi torniamo tutti a pensare alle nostre cose e non ce ne ricordiamo più
come quando sono cadute le torri, come quando gli israeliani hanno attaccato la striscia di Gaza.

O magari no.

Questa vignetta di Mauro Biani è stupenda. E tanto basta.

Basta.

lunedì 9 febbraio 2009

E adesso?

Riuscirà il giochetto di chi ha usato la sua vita per ottenere il favore di tutti?
E che giochetto. Così Travaglio dal blog di Beppe Grillo:



Armi di distrazione di massa

Il mio sospetto è questo: esaminiamo la situazione che c'era giovedì, alla vigilia del decreto.
Nei sondaggi la maggioranza degli italiani era dalla parte del padre di questa ragazza.
Berlusconi i sondaggi li conosce, li guarda, per cui di fronte alle pressioni vaticane e alle pressioni di alcuni membri del suo governo, non tutti – aveva il governo diviso su questo – era molto prudente e infatti non aveva voluto agire.
Poi sono arrivate delle telefonate da oltretevere, sapete che ormai il Vaticano si impiccia perfino delle nomine Rai: abbiamo dovuto leggere che Gianni Letta ha rassicurato il Vaticano sulle nomine Rai, siamo a questo punto.
Le pressioni aumentavano e allora il Cavaliere ha fatto una mossa, dal suo punto di vista, geniale all'insegna della botte piena e della moglie ubriaca.
Cos'ha fatto? Un decreto talmente incostituzionale da essere sicuro che stavolta il capo dello Stato non lo avrebbe firmato.
Il Capo dello Stato glielo ha pure fatto sapere prima, cosa che di solito non si userebbe, bisognerebbe aspettare il decreto e poi fulminarlo, in un Paese ordinato.
Da noi c'è sempre questo pappa e ciccia, questo inciucio, questo “non mandarmelo che non te lo firmo, così non ti faccio fare brutta figura”. C'è sempre questo tentativo ipocrita, tartufesco. Siamo il Paese di Tartufo. Di salvare la faccia, le apparenze, di lavare i panni al chiuso.
Lui lo manda lo stesso, tanto sa che il decreto non andrà in vigore, tanto sa che di fatto quel decreto non produrrà risultati. Quindi lui riuscirà ad accontentare sia quella parte di italiani che stanno col papà della ragazza, sia quella parte di italiani che stanno dalla parte del Vaticano.
100% di consensi: ai filovaticani dirà “ci ho provato, ma me l'hanno impedito”, a quegli altri dirà “tanto non è successo niente, perché le cose sono andate avanti così com'erano”.
In più, quando lui suscita un grande caso clamoroso, che occupa per giorni e giorni i telegiornali e i giornali, dovremmo essere ormai abituati ad andare a vedere cosa c'è dietro.
Cosa sta preparando in segreto mentre ci fa vedere il pupazzetto in pubblico? Questa è la sua tecnica: armi di distrazione di massa per nascondere qualcosa.
Cosa nasconde questa volta? Non lo nasconde nemmeno poi troppo: la legge sulle intercettazioni e della nuova riforma della giustizia, di Alfano, di cui probabilmente parleremo la prossima settimana, se non succedono cose più importanti ancora, perché è inaudita, qualcosa di allucinante.
Pensate soltanto che il pubblico ministero si chiamerà “avvocato dell'accusa”. Cioè, invece di avere un organo di garanzia che fa le indagini a nostra tutela per scoprire se siamo innocenti o colpevoli, avremo uno che avrà il compito di accusarci anche se non c'entriamo niente.
Sarà uno pagato a cottimo sulle condanne. Pensate all'abominio di quello che stanno facendo.
Chiudo la parentesi per dire che stanno preparando porcate che naturalmente starebbero sulle prime pagine dei giornali, se non fossero già occupate dalle cronache sanitarie, di questi poveri miei colleghi spero costretti a fare la telecronaca diretta di un caso come quello.
Ecco quindi che lui riesce a mettere insieme tutto: il principio autoritario ufficiale “comando io anche sulla magistratura, sulla Costituzione; se la magistratura o la Costituzione non mi fanno fare quello che voglio io, non ho sbagliato io ma sono sbagliate loro e quindi le riformiamo a mia immagine e somiglianza”. Questo è il messaggio.
Secondo: “io annullo le sentenze per legge”, quindi un domani quando ci sarà una sentenza su Mills o su di lui quando si riuscirà a processarlo per qualcosa e per qualche suo amico, lui fa un decreto e annulla la sentenza.
Quando dovesse essere condannato a pagare un risarcimento per aver fregato la Mondadori al suo legittimo proprietario, tramite una sentenza comprata da Previti, potrebbe benissimo fare un decreto per dire “Berlusconi non deve niente al legittimo proprietario della Mondadori”. Perché no?
Terzo, condizionare pesantemente il Capo dello Stato: fin'ora non aveva mai rimandato indietro nessuna legge, se gli mandavano subito quella sulle intercettazioni e sulla giustizia è molto probabile che queste non le avrebbe firmate.
Adesso però tutto è cambiato, perché ha già detto di no al decreto contra Eluanam, quindi il suo bonus se l'è già speso e per un po' di tempo dovrà stare buono, anche perché tutti i giornali stanno invitano Napolitano non ad andare avanti e a fermare questo eversore annidato a Palazzo Chigi, ma a mettersi d'accordo: “fate la pace”, “metteteci una pietra sopra”, “basta con lo scontro”, “abbassare i toni”.
Quindi, è ovvio che l'unico modo per fare la pace con Berlusconi è quello dargliela vinta: una settimana fa Berlusconi difendeva Napolitano dai non attacchi di Piazza Farnese, questa settimana ha detto che Napolitano è l'espressione della cultura della morte, che vuole l'eutanasia.
Mi domando: se hanno denunciato Di Pietro per quello che non ha detto in Piazza Farnese, cosa dovrebbero fare le camere Penali di fronte al fatto che si accusa praticamente il Capo dello Stato di essere un omicida.
Ma il Capo dello Stato sa che se vuole fare la pace con questo signore deve fargli passare le leggi che gli interessano, nelle quali, lo spiegheremo la prossima volta, c'è anche un codicillo che lo salva dalle conseguenze di una eventuale condanna dell'avvocato Mills.
Passate parola.



Solo una cosa.
Resta che lei ora è morta e ricordiamoci, per favore, che ad ammazzarla sono stati l'asfalto bagnato e un'automobile. Nessun altro.

Anche se vi Credete Assolti

Io penso che funzioni così.

Che il cervello ti spinge via i pensieri pesanti, valutando attentamente il tipo di pesantezza. Perché c'hai un sacco di lavoro da fare, perché stai pensando al mutuo che sono trent'anni che dovrai pagare ogni cazzo di mese un sacco di soldi per un buco di casa. Perché la tua azienda non è che vada proprio bene e come se non bastasse a te il tuo lavoro non piace più e vorresti cambiare ma non hai alternative. E poi tra poco vai a farti la settimana bianca e devi cambiare gli sci, non hai i soldi, ma un regalo te lo meriti. E con 'sta crisi la macchina non la cambi di certo, anche se la nuova volvo ti piace un casino. Gli immigrati? Se tutti 'sti romeni violentano le ragazze e rubano nelle case non capisci perché non possiamo mandarli via, che di criminali ci bastavano già i nostri, no? Poi tu non hai mai sopportato la sinistra che attacca Berlusconi, perché lui le cose le dice e le fa. Sempre. E sei proprio stufo di sentir parlare gente che non ha mai fatto un cazzo dalla mattina alla sera, e che volete le battute sugli ebrei e le ragazze carine le facciamo tutti. E la vita è sacra. No?

Io penso che sia così. E non ho la minima intenzione di dire che la vita è o non è sacra. Saranno affari tuoi come la pensi ed Eluana la sta già pagando abbastanza per tutti. E guarda, ultimamente a me sentire parlare D'Alema o Veltroni fa venire un dolorino che non mi abbandona fino alla mattina dopo.
È che poi sento parlare gente come Gasparri, La Russa o Bondi e allora mi viene paura. Sai quando sogni mostri che ti mangiano e gettano nel vuoto e cadi e non respiri e ti svegli come se ci fosse qualcuno nella stanza e piangi e tremi come un bambino? Quella paura lì. Incontrollata. Cosa mi spaventa? Mi spaventa che sappiano quello che stanno facendo. Perché se loro lo sanno allora siamo noi a non saperlo.
Ci sono persone più sveglie e brave di me che ne hanno scritto e detto: per esempio Genna, Eco, Fo. Non voglio entrare in scena dicendo altre cose su Eluana. Voglio entrare in scena dicendo che per la prima volta io, che l'ho schifato e insultato fino a oggi, mi siedo fianco a fianco di Napolitano. Le sue parole sui valori, per me che sono a cavallo di una generazione che non sa nemmeno come si scrive quella parola, erano balle. Volevo che facesse qualcosa. Ero stufo. Poi lui l'ha fatta. Non è che sia un eroe adesso, eh, ha fatto solo il suo lavoro. Non ha firmato un Decreto Legge e non perché non fosse d'accordo con quello che pensa il PDL come un qualsiasi intellettuale un po' schierato. No. Non l'ha firmato perché era chiaramente incostituzionale, negando una sentenza della Cassazione. Che è una cosa che un DL non può fare e nemmeno una legge se è per quello. Perché quello che ci hanno scritto in quella proposta va contro quella cosa che sta alla base di tutto, della destra e della sinistra. E lo stesso la legge che ora stanno cercando di fare. È quella cosa la costituzione che se la togli, credimi, tu non hai nemmeno la libertà di andare a cagare quando senti lo stimolo.
E mi stranisce da morire questa cosa. All'improvviso mi sento coinvolto e non voglio, ho altro cui pensare io, non ci arrivo neanche a capire tutto quello che succede vorrei solo staremene alla larga. Però è come quando sei con una ragazza e ti piace un casino, è così bella che dio non ci credi che sia lì con te ed è così interessante che pensi pure potresti sposarla e farci dei figli, ma non riesci a fare niente e lei se ne va e tu passi il mese seguente a pensare cose tipo "se solo..." "in quel momento avrei potuto..." "sono sicuro che se avessi..." ecco. Il mese non è passato, non se n'è andata, per ora. Sono ancora seduto con lei.

Io penso che se un capo del governo vuole piegare tutti alla sua volontà (e non è il DL il problema è tutto quello che sta facendo da mesi), perché alle spalle ha una fila di leccaculo opportunisti e furbissimi e di ecclesiastici che ancora non si capisce perché possono fare così tanta paura e pressione, allora abbiamo un problema. Grosso, puzzolente e marrone. E ci sta venendo addosso. Ascolta, tu che paghi il mutuo e guardi il Grande Fratello, ascoltami: non è Berlusconi il problema. Non ce l'hanno con lui perché ha i soldi o è basso, credimi. Ha vinto le elezioni e deve governare, nessuno può impedirlo perché sarebbe sbagliato. Ma lui non sta governando secondo le regole. Perché il principio di quello che fa è marcio. Perché se lui lo fa, di calpestare la costituzione, di scavalcare il suo ruolo e comportarsi come un dittatore allora chiunque può farlo. E un giorno potrebbe essere uno che ha i colori opposti e decide che tutti quelli che hanno fatto un mutuo la casa che hanno pagato non ce l'hanno più. E che magari quello che ti ha investito il figlio e violentato la figlia ed è stato condannato a settanta ergastoli be', visto che è suo parente può uscire. E ti scopa la moglie e investe pure te. Non ridere, non scherzo.
Che Eluana muoia o no a questo punto conta poco. Anzi, morta forse renderebbe di più al governo ed era quello che volevano (leggete qui) (e lo dico sapendo che sono già colpevole come tutti gli altri di non saper rispettare né la morte né la vita di una persona - non mi assolvo, non posso e non potete nemmeno voi). Sarebbe la mossa Kansas City perfetta per un colpo di stato invisibile che già si sta attuando fra intercettazioni, immigrati da denunciare e immunità. Mentre saremo tutti a piangere per lei, in un secondo ci ritroveremo senza opposizione, senza potere giudiziario, senza opinioni. La legge passerà, prima o poi e noi non saremo assolti per niente, lo ripeto. Tu non sarai assolto. Sarai coinvolto. Parole come libertà e decenza perderanno di significato. Io non credo che tu voglia vivere in un paese così, perché non hai votato un re e fino a prova contraria credi nella Democrazia, che è un casino, ma non c'è niente di meglio.
Credo, penso, so che in fondo tu vuoi solo stare bene. Ma per stare bene bisogna sempre dire quello che si pensa e difendere quello che si crede importante. Non c'è tanto tempo. Potrebbe essere già tardi.

domenica 1 febbraio 2009

lei.01


dirty.
Originally uploaded by anna (sirens inside you)
Tata. Estate 1993

– Ciao. Mi chiamo Tata.
– Tata?
– Tata.
– Io mi chiamo Alessandro.
– Lo so. Mia mamma ha detto di portarti nel nostro rifugio perché sei il nipote dei vicini. Ma non puoi, non sei una femmina e il nostro gruppo è solo per le femmine.
Sorride e corre nel bosco, oltre un ponticello minuscolo, oltre un prato che non so cosa c'è intorno.
È stata la prima cosa che mi abbia mai detto.
Quel giorno che l'ho conosciuta pensavo fosse un maschio. E non perché non fosse bella, che era proprio bellissima lei. Solo che aveva i capelli corti e io una ragazza con i capelli corti non l'avevo vista mai.